giovedì 30 ottobre 2008

Cioccolata calda perchè fa freddo e perchè toglie la depression

Non so dalle vostre parti ma qui a Torino il freddo si fa sentire…è bello pungente e stamattina mi ha risvegliato con un vento ululante alle 5.
Yes non mi sono piu’ riaddormentata.
La sera prima invece anelavo la mitica cioccolata calda dell’IKEA, l’avete mai presa? Io l’adoro.
Ti danno un bicchierone di cioccolato con panna a gogo, e la riuscita è sempre perfetta, niente grumi niente cose liquidine, niente di niente, solo una splendida e cremosa cioccolata.
Bene l’IKEA chiude alle 20 come fare?
Sapevo che la cioccolata calda non è un mistero ma dà sempre quell’incognita del grumo che veramente rovina ogni cosa.
Ieri sera però è andata bene, mi sono innanzitutto assicurata di avere tutti gli ingredienti se no sai che nervus? E poi via andare non è che ci voglia molto.
Queste sono le dosi per 1 persona.
10 gr di cacao amaro o di più a seconda della vostra voglia di cioccolato
10 gr di maizena
10 gr di zucchero
Una tazza di latte, in genere sono 125 ml.

Cominciate a fare scaldare il latte sul fuoco ma senza farlo bollire quindi magari usate il fornello più piccolo che avete e tenetelo basso.
Poi mischiate il cacao, la maizena e lo zucchero in una ciotola di ceramica o plastica.
Una volta che il latte è tiepido versatene una metà sul composto secco, girando in continuazione in maniera tale che non si formino i grumi, ottenuto un liquido assolutamente liscio, riversate il contenuto della ciotola nel pentolino dove è rimasto il resto del latte (che avrete tolto dal fuoco!!!)
Mescolare con un mestolo fino a inizio bollitura, vedrete la cioccolata addensarsi, tenere a portata di mano la panna e le tazze, e i biscutten.
Ah per un effetto estremamente dopante potete far sciogliere nel pentolino un tris di cioccolatini fondenti facendo sempre attenzione a tenere il fuoco basso.
Benvenuto Autunno.

mercoledì 29 ottobre 2008

Salone del Gusto

Ed ecco qui le foto del Salone Del Gusto, sono andata giovedì scorso, diciamo che l'atmosfera era ancora un po' freddina ma almeno ho evitato la calca.
Nell'ordine non mi sono fatta mancare, gli assaggi di vino siculi piemontesi e trentini
Il torrone francese:
Il panino con le panelle, anche se qui c'è il panino con la milza che io purtroppo non ho avuto il coraggio di mangiare...mi spiace dirlo ma pane e panelle in Sicilia è tutta altra cosa...qui il pane era la baguette del carrefour con una farinatina che di panella ricordava ben poco...be avevo fame e l'ho mangiata ah saluto l'uomo coi baffi sullo sfondo, che mi ha detto di essere di Sciacca, un paese vicino a quello di origine dei miei Cerda.
ho fatto poi una visita ad uno degli stand più grossi e a cui sono più affezionata:
Poi allo stand della Camera di Commercio, dove si teneva una lezione di come alcuni imprenditori del Piemonte stanno puntando sulla produzione oliera nell'astigiano...

Sono rimasta catalizzata dalle mele coloratissime del Trentino:
E come i bimbi sempre attirata dai colori ho studiato da vicino questa bellissima pasta colorata!

E molto altro ancora, come aceti francesi, formaggi svizzeri, salsicce umbre, brutti ma buoni piemontesi, che pero' non ho fotografato. Una bella esperienza decisamente.

martedì 28 ottobre 2008

La mia assenza

Uffi, non riesco proprio a postare in questi giorni...è che ho avuto un paio di "cosine" da fare, ma giovedì sono riuscita ad andare al Salone del Gusto e ho fatto un po' di foto, anche se adesso mi manca il cavetto e quindi non riesco a fare un post decente!
Volevo solo salutare e dirvi che torno con un post magari in questi giorni...appena la fantasia culinaria mi si mette in moto!
Baci

martedì 21 ottobre 2008

Risotto della nonna

Il termine risotto della nonna non deriva dal fatto che questa ricetta sia antichissima, bensì dal fatto che sono diversi giorni che ho avuto un’afta tremenda in bocca che mi duole un sacco e non mi fa mangiare!!!Arghhhh!!!
Diciamo che rimedi non ce ne sono…bisogna soffrire, medicinali, sciacqui col bicarbonato, insomma adda passà.
E quindi ho dovuto trovare un modo per nutrirmi, mangiando proteine, vitamine ect ect senza masticare, ideando questo risottino per chi non puo’ usare i denti.
Quindi se avete una povera nonna o nonno sdentati questa ricetta fa per loro!
Il trucco è fare un omogeneizzato del condimento, nel mio caso ho fatto una vellutata di zucca e patata con della carne che ho poi frullato con il Minipimer, ma andiamo per ordine.

Dosi per una persona:
50 gr di zucca
1 patatina piccolina (si puo’ omettere)
un pezzo di carne di vitello
Acqua

Per il riso
Olio
Poca cipolla
70 gr di riso
Funghetti secchi porcini
Brodo vegetale


Preparare la vellutata, mettere sul fuoco la zucca tagliata a tocchetti, la patata e un po’ d’acqua, la carne. Salate.
Fate cuocere per 20 minuti, frullate col minipimer.

A parte avrete cominciato a preparare un risotto normale, soffriggendo la cipolla, tostando il riso, bagnando con il vino bianco facendolo evaporare, poi aggiungete il brodo vegetale caldo, e i funghetti già ammollati in acqua fredda.
Mettete tutta l’acqua sul riso, in genere il doppio del riso e coprite. Non c’è bisogno di rigirare continuamente.
Una volta che il riso ha assorbito l’acqua, assaggiate, se la cottura è quasi di vostro gradimento,aggiungete la vellutata di zucca e fate cuocere ancora per 5 minuti.
Servite caldo.
Ovviamente io l’ho mangiato freddo perché avevo in bocca la fossa delle marianne.

venerdì 17 ottobre 2008

Mega Cake alle gocce di cioccolato

Questa volta ho proprio esagerato, il mio cake è gonfiato così tanto che ho temuto battesse sulla parte alta del forno crollando miseramente.


Invece no. E’ andata bene fortunatamente.

Fare questo dolce non è difficile, ma ci vuole un po’ di pazienza del solito, in questa Era del pane senza impasto, pasta in due secondi ect ect, effettivamente ci vuole la sua abbondante mezzoretta per prepararlo, il resto lo fa il forno, ovvio.

Dunque gli ingredienti sono i seguenti:

200 gr di farina

100 gr di zucchero

100 gr di burro ammorbidito

1 bustina di lievito

Poco latte

3 tuorli

3 albumi montati a neve

Un pizzico di sale

Gocce di cioccolato (dai 30 ai 70 gr) a seconda di quanto piace.


Ho lavorato il burro con lo zucchero, fino ad ottenere una crema, poi ho sbattuto i tuorli a parte e a filo li ho incorporati un po’ alla volta con il composto di burro e zucchero.

Far amalgamare molto bene, poi aggiungere un pizzico di sale.

Aggiungere poco alla volta la farina e il lievito setacciati, e incorporare poco alla volta, ad un certo punto l’impasto sarà un po’ difficile da girare, quindi aggiungete mezzo bicchiere di latte, girate.

Una volta incorporata tutta la farina e il lievito, passate agli albumi che avrete montato con un pizzico di sale, incorporate anch’essi molto molto piano.

Usate una spatola mescolando dall’alto verso il basso senza sbattere troppo, se no gli albumi si sgonfiano e non serve a nulla fare la fatica di montarli a neve!

Aggiungere le gocce di cioccolato mescolare delicatamente.

Versare l’impasto nello stampo che avrete imburrato o ricoperto di carta da forno.

Infornare per 30-35 minuti a 180°.

giovedì 2 ottobre 2008

Una ricetta di infanzia.

E per il concorsetto di Sigrid, ovvero quello di raccontare una ricetta che ci ricorda l'infanzia, ecco la mia.
Questa è la famosissima pasta con la tenerume.
Ma che cos'è la tenerume? La tenerume o i tenerume o le cime di cucuzza, sono le foglie di una zucca verde chiaro lunga, che sembra un serpente.

Viene coltivata in modo che lei si arrampichi su una sorta di pergolato in maniera che poi le zucche rimangano a "piennuluna" e crescano belle dritte senza rovinarsi.

I miei sono siculi, di Cerda precisamente.
Questa pasta la facevano i miei a casa di mia nonna Antonina, in Sicilia nella canicola di mezzogiorno di estate.




Usciva dalla pentola il mestolo con la pasta e la tenerume fumante, nella cucina di mia nonna con le sedie di paglia che ti grattavano le cosce, coperte dai cuscini fatti all'uncinetto (di lana!!! ) che noi abitualmente capovolgevamo dall'altra parte perchè avevano il retro di cotone.
Mia nonna che rideva sempre e aveva sempre da dire, e parlava a proverbi...
Mia nonna che diceva sempre "Stame attenti un ci va autro" che tradotto poteva dire "stai attenta non fare cavolate"
Insomma, la pasta con la tenerume mi ricorda i giorni spensierati, passati in vacanza con le mie amiche sul gradino all'ombra di fronte a casa di mia nonna a giocare con le conchiglie, o a carte (a scecco) o a qualsiasi altra cosa che ci veniva in mente. E poi quando era ora di pranzo sentivi gridare da tutte le case i nomi dei bambini...

La ricetta di questa pasta che tra l'altro anche se mangiata calda è molto rinfrescante per le proprietà appunto della verdura stessa, è molto semplice.

Bisogna lavare la verdura, che curiosamente fa anche una schiumetta strana!!! Poi bisogna tagliarla, nel mentre avremo messo sul fuoco una pentola con dell'acqua, una volta a ebollizione si "cala" la tenerume si sala, poi dopo una decina di minuti la pasta, che di solito erano spaghetti spezzati, ma ieri ho messo i ditalini. Una volta cotta la pasta si mette nella pentola un giro di olio buono e si serve....facile no??